La strada di Retelit
(A. Mapelli)

Milano Finanza ripercorre gli ultimi 7 anni di Retelit, in cui un'azienda tic quotata di medie dimensioni, concentrata prettamente sul b2b è passata ad essere considerato un partner affidabile dal governo per rilevare in partnership i cavi sottomarini di Sparkle sotto il controllo di un importante fondo infrastrutturale spagnolo. Ed essere infine prossimo, secondo quanto ricostruito da Milano Finanza, a diventare un gruppo che punta ad accompagnare la digitalizzazione delle aziende italiane da quasi 500 milioni di fatturato una volta che si sarà conclusa l'acquisizione di Bt Italia.
Oggi Retelit ha un azionariato stabile: è controllata al 100% dal veicolo Marbles, in cui l'azionista principale è Asterion, a cui si affianca come piccolo azionista Marguerite, un fondo istituzionale europeo che investe in energie rinnovabili e infrastrutture digitali in tutti gli stati membri dell'Ue.
Come detto, Retelit si è trasformata da un semplice operatore tic infrastrutturato a livello internazionale a qualcosa di più. Non solo la classica connettività di rete per le aziende, con servizi di fibra ottica e servizi voce, ma anche infrastrutture cloud e data center.
Insomma, un polo sotto la guida dell'amministratore delegato Jorge Alvarez in grado di mantenere sia una dimensione molto locale per le PMI sia di accompagnare le multinazionali.
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