Il futuro delle telecomunicazioni tra innovazione tecnologica e sostenibilità
di Jorge Álvarez, CEO di Retelit
Il settore delle telecomunicazioni si trova oggi ad affrontare una trasformazione epocale, alimentata da una rapida evoluzione tecnologica da cui dipendono una crescita della domanda di servizi digitali da parte di consumatori, imprese e settore pubblico e una conseguente e necessaria accelerazione dello scenario infrastrutturale. In questo contesto, l’Italia è al centro di molte pressioni, da un lato per la spinta verso la digitalizzazione di aziende e pubbliche amministrazioni, dall’altro per il ruolo chiave che le sue infrastrutture e la sua posizione strategica nel Mediterraneo possono giocare nell’acquisire maggiore competitività nel panorama europeo.
La convergenza di tecnologie avanzate come il 5G, l’Internet of Things, l’intelligenza artificiale e la realtà virtuale e aumentata sta modificando radicalmente le nostre modalità di interazione, produzione e consumo. Questi strumenti, un tempo relegati a nicchie sperimentali, diventano ogni giorno più centrali nel nuovo ecosistema digitale, con implicazioni profonde per reti e infrastrutture che oggi necessitano di essere considerate.
Dal crescente traffico di rete derivante da questa inarrestabile esplosione tecnologica consegue, infatti, una sempre maggiore necessità di banda larga e affidabilità che oggi spinge gli operatori a ripensare le proprie reti, per renderle più scalabili, sicure e resilienti. Tuttavia, il semplice aumento di capacità trasmissiva e disponibilità di spazio non basta. Le reti devono evolvere per gestire la crescente complessità dei flussi di dati, garantendo un’elaborazione sempre più distribuita e vicina all’utente finale. Da una parte serve uno sforzo di investimento importante, da parte dei privati, per ammodernare le reti esistenti, e per questo sarebbe utile rendere più organici ed efficaci gli interventi normativi a supporto di tali investimenti che, sinora, si sono concentrati prevalentemente in un’ottica di copertura del digital divide. Dall’altra, l’espansione delle infrastrutture di prossimità, come edge network ed edge data center, acquisisce sempre più rilevanza, poiché consente di abilitare lo sviluppo delle filiere digitali italiane e nuovi percorsi di trasformazione digitale di imprese e pubbliche amministrazioni. D’altra parte, anche cruciale in questo contesto sarebbe una strategia nazionale ed europeo.
Parallelamente, il cuore pulsante della trasformazione digitale risiede nei data center. Queste infrastrutture non sono più semplicemente spazi per l’archiviazione di dati, ma veri e propri hub di innovazione, dove la potenza di calcolo necessaria per tecnologie come l’AI può essere concentrata e ottimizzata. In Italia, il mercato dei data center è in forte espansione, con la previsione dell’attivazione di 83 nuove infrastrutture entro il 2025, per un investimento complessivo di circa 15 miliardi di euro. Tali investimenti non solo rafforzano il posizionamento del Paese nel contesto digitale europeo, ma offrono anche opportunità significative per accelerare la trasformazione tecnologica di settori chiave come l’industria, il commercio e la sanità.
Questo contesto in crescita non si presenta però privo di sfide, e una delle questioni più pressanti è la complessa situazione normativa che lo caratterizza: per favorire gli investimenti in data center in Italia, è infatti necessario costruire un contesto di norme più chiaro ed organico. Va in questa direzione la proposta di legge dell’On. Giulia Pastorella, presentata in Parlamento a giugno, che mira ad inquadrare normativamente i data center, a definire procedure approvative semplificate, a istituire un codice ATECO specifico e a favorire il potenziamento della rete elettrica nazionale per sostenere lo sviluppo infrastrutturale.
A questo contesto si affianca poi una seconda, importante sfida che necessita di essere affrontata, ovvero quella dell’impatto ambientale di tale trasformazione. L’infrastruttura digitale, e in particolare i data center, è infatti altamente energivora: come evidenzia l’Agenzia Internazionale dell’Energia, la domanda di energia per i data center potrebbe più che raddoppiare entro il 2026, alimentata dalla diffusione di modelli di AI sempre più avanzati.
Per rispondere a queste sfide, il settore deve intraprendere un percorso di innovazione sostenibile. L’efficienza energetica e l’integrazione di fonti rinnovabili rappresentano due leve fondamentali per ridurre l’impatto ambientale delle infrastrutture digitali: soluzioni vincenti sono ad esempio la progettazione di data center con architetture avanzate che permettono di convertire il calore prodotto in fonti di energia per applicazioni alternative, come il teleriscaldamento urbano, così come l’adozione di modelli di cloud computing ibrido che integrano infrastrutture locali con i grandi hyperscaler globali, offrendo una maggiore flessibilità nella gestione dei carichi di lavoro e ottimizzando l’uso dell’energia.
La trasformazione in atto non riguarda tuttavia solo le infrastrutture fisiche, ma anche la capacità del settore di rispondere alle crescenti esigenze di sicurezza e privacy. Con l’aumento dell’uso dell’AI e la diffusione delle applicazioni basate sui dati, garantire l’integrità delle informazioni e la protezione delle reti diventa un requisito imprescindibile. Questo si traduce in investimenti significativi in tecnologie di sicurezza avanzate, come le reti quantistiche, e in una maggiore attenzione alla sovranità digitale, che richiede un controllo più rigoroso sull’ubicazione e sulla gestione dei dati sensibili.
In conclusione, la digitalizzazione rappresenta un’opportunità straordinaria per rafforzare la competitività del Paese, ma richiede un approccio olistico che integri innovazione, sostenibilità e inclusione. La collaborazione tra operatori, istituzioni e imprese sarà essenziale per creare un ecosistema digitale capace di affrontare le sfide del futuro e sarà fondamentale sviluppare politiche industriali che incentivino gli investimenti nelle infrastrutture strategiche, promuovendo al contempo l’adozione di standard elevati in termini di sostenibilità e responsabilità sociale.
Il percorso di trasformazione è ambizioso, ma i benefici sono altrettanto significativi, poiché un’infrastruttura digitale moderna e sostenibile non solo abiliterà nuovi modelli di business e servizi innovativi, ma contribuirà anche a migliorare la qualità della vita dei cittadini e a supportare la transizione del Paese.
Articolo pubblicato a cura di Economy Magazine: https://www.economymagazine.it/il-futuro-delle-telecomunicazioni-tra-innovazione-tecnologica-e-sostenibilita/