Cavi sottomarini: la spina dorsale invisibile di internet
Quando pensiamo a Internet, ci viene subito in mente qualcosa di etereo e intangibile, come il Wi-Fi, il 5G, o persino le costellazioni satellitari. Eppure, il 95% dei dati scambiati nel mondo viaggia attraverso oltre un milione di chilometri di cavi sottomarini, stesi lungo i fondali oceanici. Queste infrastrutture, fondamentali e spesso ignorate, formano la vera spina dorsale della nostra comunicazione globale.
In questo articolo scopriremo insieme come questi cavi, dai primi tentativi di connessione via telegrafo ai cavi in fibra ottica ultraveloci di oggi, siano diventati così cruciali per la società moderna.
Un po’ di storia
Il primo tentativo di collegamento transoceanico risale al 1857, con un cavo telegrafico steso sul fondo dell’Atlantico tra Canada e Irlanda. Il segnale impiegava 17 ore per attraversare l'oceano e il cavo, purtroppo, durò meno di un mese. Questo primo tentativo evidenziò la sfida di realizzare collegamenti sottomarini affidabili.
Fu necessario attendere fino al 1956 per il primo cavo sottomarino telefonico e il 1988 per quello della prima connessione internet.
Oggi i cavi sottomarini raggiungono lunghezze fino a 20.000 km e consentono collegamenti ad altissima velocità come, ad esempio, il cavo “Marea” tra Spagna e USA, con una capacità di 160 Tbit/s o il recentissimo cavo “Blue” che, passando dalla Liguria, collega la Francia alla Giordania attraverso il Mediterraneo con una capacità di 400 Tbit/s.
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Tecnologia dei Cavi Sottomarini
Sono 3 gli elementi di un’infrastruttura di trasporto sottomarina (“wet” nel gergo degli operatori di telecomunicazioni)
- Il cavo sottomarino: i cavi sottomarini moderni sono costruiti per resistere a condizioni estreme. Contengono migliaia di fibre, protette da più strati di materiali, come polimeri e armature metalliche, che consentono ai dati di viaggiare alla velocità della luce, mantenendo un segnale stabile anche a grandi profondità.
- Ripetitori: posizionati a intervalli regolari lungo il cavo, di norma ogni 40-80 km, i ripetitori amplificano il segnale ottico per compensare le perdite dovute alla distanza.
- Landing station: sono i punti di approdo dei cavi sulla terraferma. Dopo aver percorso migliaia di chilometri negli abissi, i cavi raggiungono le "landing station" costiere, dove si collegano alle dorsali terrestri, estendendo così la connessione alle infrastrutture di rete locale.
La realizzazione di una tratta sottomarina fa uso di navi posacavi, dotate di sistemi di posizionamento di alta precisione, che stendono i cavi mentre tecnici specializzati eseguono le giunzioni in corrispondenza dei ripetitori.
L’ottimizzazione dei percorsi e la cura nelle operazioni di posa e di giunzione sono fattori chiave, non solo per il compimento dell’opera in tempi brevi (solitamente queste operazioni richiedono anni), ma anche per garantire le performance trasmissive dei cavi minimizzando la latenza.
Potenziali rischi
È importante porre grande attenzione alla protezione fisica dei cavi in quanto ci sono alcuni fattori che li possono rendere più vulnerabili. Scopriamo quali sono:
- Ambiente marino: l’acqua marina può causare la corrosione dei materiali che costituiscono il cavo.
- Eventi naturali: vulcani, fonti idrotermali e terremoti possono creare fratture nei fondali su cui poggiano i cavi.
- Cause antropiche: ancore di navi, reti da pesca, traffico marittimo, specialmente nelle aree costiere. Inoltre, i cavi sono stati anche oggetto di tentativi di sabotaggio, come accaduto in Egitto nel 2013: ciò evidenzia la loro importanza strategica per la comunicazione globale.
Il Futuro dei Cavi Sottomarini
Il costo di installazione di un cavo sottomarino è straordinariamente elevato, variando dai 30 ai 90 mila € per chilometro, e può raggiungere facilmente milioni di euro a seconda delle distanze. A sostenere questi investimenti troviamo consorzi di grandi operatori di telecomunicazioni, spesso con il supporto di governi, e fondi d’investimento che, soprattutto dagli inizi degli anni 2000, hanno visto un’opportunità nella rivendita o nell’affitto di sezioni di cavo a operatori più piccoli e aziende che necessitano di connessioni private ad alta velocità e bassa latenza.
Recentemente, anche i grandi player tecnologici come Meta, Google, Amazon e Microsoft – per cui i dati rappresentano una risorsa strategica – hanno scelto di finanziare direttamente la costruzione di cavi di proprietà. Sebbene l’epoca dei massicci investimenti di inizio anni 2000 sia ormai superata (quando tra il 1999 e il 2001 vennero investiti circa 25 miliardi di euro, pari a 43 miliardi di euro odierni), le previsioni indicano una nuova fase di crescita degli investimenti, necessaria per soddisfare la crescente domanda di dati, che si sono trasformati nella vera moneta del XXI secolo.
Un impulso fondamentale a questo sviluppo viene anche dall’avanzata dei servizi di intelligenza artificiale (AI), i quali richiedono il trasferimento di enormi quantità di dati tra i data center sparsi in tutto il mondo.
Questi cavi diventano quindi elementi critici, non solo per la comunicazione globale, ma anche per supportare infrastrutture avanzate e la trasformazione digitale, rendendo la loro evoluzione tecnologica e la loro espansione un aspetto cruciale per il futuro della connettività.
Il ruolo di Retelit
Retelit gioca un ruolo strategico nel mercato dei cavi sottomarini.
È operatore di telecomunicazioni attivo nel mercato dei cavi sottomarini, sia come membro di AAE1 (Asia-Africa-Europe-1) sia come partner tecnologico per la realizzazione di landing station sul territorio italiano (ad esempio a Bari per AAE-1 e a Savona per IEX).
È inoltre fornitore di servizi di trasporto internazionale, terrestre e wet a bassa latenza, tra Europa, Asia, Middle East e USA.
Come membro di AAE1 partecipa al consorzio che ha costruito e gestisce uno dei principali cavi sottomarini che connette il Sud-Est Asiatico con l’Europa via Egitto, lungo 25.000 km.
AAE1 connette Hong Kong, Vietnam, Cambogia, Thailandia, Malesia e Singapore, poi Myanmar, India, Pakistan, Oman, Emirati Arabi Uniti, Qatar, Yemen, Gibuti, Arabia Saudita, Egitto, Grecia, Italia e Francia. Il sistema di cavi AAE-1 utilizza una tecnologia di trasmissione all'avanguardia da 100 Gbps, con una capacità minima globale di 40 Tbps.
Una delle caratteristiche uniche di AAE-1 è che, sebbene termini presso due PoP a Singapore, prosegue ulteriormente in Asia lungo diverse rotte terrestri, attraverso la Thailandia, collegando Vietnam, Cambogia e Hong Kong. Questo percorso consente ad AAE-1 di avere una tra le latenze più basse tra Hong Kong, India, Medio Oriente ed Europa.
Approfondimento a cura di Luca Cavobianchi - Product Marketing Retelit