10 dicembre 2021

Facebook e Instagram sotto accusa

Facebook permette a circa sei milioni di utenti definiti “VIP” di aggirare le regole del social network, Instagram ha nascosto un’inchiesta interna nella quale si evince come la piattaforma sia nociva per un numero importante di adolescenti che, per “colpa” dei contenuti postati, soffrono di una errata percezione del proprio corpo, ansia, angoscia e depressione.

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Le accuse, molto pesanti, rivolte alle aziende di Mark Zuckerberg partono entrambe dal Wall Street Journal. Il giornale americano ha infatti svelato – in due diversi inchieste – le “pecche” dei social network della galassia Facebook.

Gli utenti VIP di Facebook

Secondo quanto svelato dal WSJ esiste un programma segreto di Facebook, chiamato Xcheck, che permette agli account dei vip di non rispettare le regole del social. Chi fa parte di Xcheck – circa sei milioni di utenti tra quelli più famosi e popolari – può aggirare le leggi della community e postare materiale che per gli altri è vietato.

Sempre secondo il giornale americano, all’interno del programma segreto di Facebook per gli account VIP, esistono due diverse categorie di privilegi.
La prima cerchia, chiamata “white list” può interagire con la community senza che la macchina di controllo del social intercetti e segnali ciò che viene pubblicato. Un’altra selezione di account, invece, può postare materiale (foto, video, testo) che viola le norme di Facebook senza che la censura del social network intervenga.

Instagram e gli adolescenti

La seconda inchiesta del Wall Street Journal riguarda Instagram, il social network forse più importante della galassia Facebook e sicuramente quello più amato dagli utenti più giovani.

Secondo il giornale americano, esiste una ricerca interna all’azienda americana che svelerebbe come Instagram peggiori la percezione che un adolescente su tre ha del proprio corpo e che, per molti altri utenti giovani, la piattaforma di condivisione generi angoscia e un aumento delle tendenze depressive. L’inchiesta interna non è mai stata pubblicata ma – sempre secondo il WSJ – sarebbe stato lo stesso Zuckerberg a citarla in un brief ad alti livello con i suoi dirigenti più importanti.

A queste accuse, è bene precisarlo, ha subito risposto Karina Newton, capo delle public policy di Instagram, che, con un post ufficiale, ha replicato chiarendo come “la società sta cercando modi per allontanare gli utenti da determinati tipi di post e contenuti e siamo cautamente ottimisti - scrive sempre la Newton - sul fatto che questi suggerimenti aiuteranno a indirizzare le persone verso contenuti che elevano di più e sposteranno l'attenzione finora focalizzata sull'aspetto delle persone".

Non solo, Facebook ha anche fatto sapere che l’inchiesta interna ha un campione troppo esiguo di partecipanti per essere rilevante da un punto di vista statistico.

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